AGORÀ
Il teatro diffuso dell'Unione Reno Galliera
Agorà - 10a edizione

Quest'anno la Stagione Agorà compie dieci anni, un traguardo che celebriamo con profondo apprezzamento.L'Unione Reno Galliera, da sempre impegnata nella promozione della Cultura, è onorata di sostenere e valorizzare progetti come questo.Agorà si distingue per un'idea di teatro che si fa messaggio, uno strumento di denuncia che, attraverso la forza del racconto, riesce a rompere il silenzio, dare voce a chi non ce l'ha e illuminare realtà complesse. In questa edizione, più che mai, il teatro si fa luogo di resistenza: la parola diventa viva e capace di creare spazi di ascolto e un intenso senso di umanità in mezzo al frastuono del nostro tempo. L'obiettivo è offrire un momento di riflessione profonda, per connettersi con le storie che non possono essere taciute.Abbiamo sempre creduto nel potere trasformativo dell'arte. Sostenere questa stagione significa investire in una Cultura che non si limita a intrattenere, ma che scuote le coscienze e rende la nostra comunità più consapevole e partecipe.Ringraziamo chi l'ha organizzata, gli artisti e le artiste, e, soprattutto, il pubblico per il suo sostegno e la sua partecipazione.
Buon Teatro.
Alice Vecchi
Cultura, Pari Opportunità e promozione del territorio - Unione Reno Galliera
bisogna far tacere gli aerei da caccia
Marwan Makhul
In questa nuova stagione, vogliamo ancora una volta affermare la necessità di una parola viva e di un teatro politico come spazio di resistenza, di ascolto e di ricerca dell’umano. Un teatro che non si limita a intrattenere e si fa specchio, ferita e carezza, aprendo spiragli di senso tra gli echi dei bombardamenti e delle guerre.
Alessandro Amato
Direzione artistica
Potremmo non cambiare questo mondo con ciò che scriviamo, ma potremmo graffiare la sua vergogna[…]Per scrivere una poesia non politica,devo ascoltare gli uccelli, e per sentire gli uccelliLa Stagione Agorà giunge alla sua decima edizione, un traguardo che testimonia la continuità del nostro impegno per un teatro diffuso, capace di attraversare luoghi e le comunità, di trasformarsi in un’autentica occasione di incontro e condivisione.Fare teatro, per noi, significa anche avere il coraggio di interrogare il presente, di porre domande scomode, di «graffiare la vergogna del mondo» – come scrive il poeta palestinese Marwan Makhul (nella traduzione di Nabil Bey Salameh) – e di farlo attraverso la potenza delle parole, la poesia e i corpi in scena.
